Riprendiamo in considerazione gli eufemismi.

Le cattive e le buone maniere verbali.

Sarà forse una deformazione professionale, ma ogni cosa deve stare al suo posto. Anche le parole, quelle giuste, quelle appropriate, devono stare al loro posto.

Riflettevo per esempio sull’uso spesso improprio delle parolacce. Perchè le parolacce possono provocare in chi le ascolta un senso di fastidio o di offesa. Per evitare di offendere o imbarazzare le persone, si possono usare parole che non indicano esattamente l’oggetto o l’azione ‘proibita’, ma alludono soltanto, senza essere troppo esplicite.

Questa strategia linguistica è chiamata eufemismo. La parola sedere, per esempio, è un eufemismo che sostituisce la più diretta culo.

Oggi, l’impatto delle parolacce è diminuito (e il loro uso, di conseguenza, aumentato); molte di quelle che per i nostri genitori erano parolacce, probabilmente oggi non lo sono più. In effetti la televisione ne propone tante, e così spesso, che sembrano ormai parole normali, magari solo più espressive, e l’uso di eufemismi al loro posto non è più sentito come necessario. Peccato! 🙁

 

© pensieri ad alta voce anche grazie a treccani

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